Biocarburanti derivati dalla canapa, la risposta ecosostenibile

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Non si finisce mai di apprezzare le doti della cannabis. Tra le tante c’è il fatto che dalla canapa si ricavano carburanti naturali e biologici a bassissimo impatto ambientale. I biocarburanti derivati dalla canapa hanno tanti pregi e pochi difetti. Questa caratteristica li differenzia da altre biomasse utilizzate come fonte energetiche, .

Quali sono i biocarburanti derivati dalla canapa?

Ti dico subito che dalla cannabis si possono ricavare tutti i principali biocarburanti.

  • Biodiesel
  • Bioetanolo
  • Biometanolo

Il prefisso bio indica che questi carburanti sono biodegradabili in natura.

Biodiesel di canapa

Il biodiesel di canapa si ricava dalla premitura dei semi della piante. L’olio ricavato è uno dei combustibili più ecologico ricavabile in natura.

  • È biodegradabile al 100%
  • La combustione non è inquinante
  • Si può utilizzare nella maggioranza dei motori diesel senza modifiche

Con il biodiesel ricavato dai semi della cannabis risparmi in termini

  • economici
  • ambientali
  • salutari
  • globali

Pensa che puoi anche fare il biodiesel a casa tua, coltivando la canapa e con macchinari non molto costosi. Risparmieresti molto rispetto al gasolio ricavato dal petrolio. Ne gioverebbe l’ambiente in quanto useresti una fonte rinnovabile, facile da produrre. La salute non è messa a rischio da questi carburanti non inquinanti e con un effetto positivo sull’effetto serra.

La cannabis è stata anche usata da una casa automobilistica canadese, la Motive Industries, per produrre la prima auto elettrica interamente realizzata con materiali organici. Molto prima, negli anni 40, Henry Ford utilizzo la canapa in alcuni prototipi di vetture. Invece l’uso della cannabis per produrre biocarburanti è una introduzione molto recente.

Bioetanolo e biometanolo derivati dalla cannabis

Mentre il biodiesel si ricava dai semi della pianta l’etanolo ed il metanolo si ottengono dalla fermentazione dello stelo. I procedimenti per la produzione dell’etanolo e del metanolo sono diversi ma entrambi portano ad un carburante dalla qualità molto elevata. In termini di ottani e quindi di resa dei motori in cui vengono utilizzati ed in termini di manutenzione e o modifiche.

L’utilizzo dei carburanti derivati dalla canapa infatti non implica modifiche al sistema di alimentazione dei normali motori delle auto. Motori che risultano essere più longevi grazie alle qualità lubrificanti dei biocarburanti derivati dalla canapa.

henry Ford auto prodotta con derivati della canapa

Energia ecosostenibile

Energia delle biomasse ed effetto serra

La caratteristica principale dell’energia prodotta con le biomasse è che la loro combustione immette nell’ambiente più o meno la stessa quantità di anidride carbonica che hanno immagazzinato durante il loro sviluppo. Per questo motivo il loro impatto sull’effetto serra è quasi nullo. Ti ricordo che l’effetto serra è il responsabile del riscaldamento globale, uno dei principali problemi ambientali legati allo sviluppo industriale.

Fitomasse e sfruttamento delle colture

La biomasse a secondo della loro origine, si suddividono in

  • Fitomasse di origine vegetale
  • Zoomasse di origine animale
  • Biomasse microbiche originate da microrganismi

Le fitomasse sono accusate di fare più danni dei benefici che producono. In parte questo è vero.

Per poter soddisfare il fabbisogno mondiale di energia, gran parte delle terre coltivabili dovrebbero essere destinate alla produzione di fitomasse. Questo a causa della loro bassa densità energetica. Per alcuni tipi di colture inoltre è previsto l’uso di fertilizzanti oltre che di ingenti quantità di acqua. C’è anche il problema di trasportare le materie prime verso gli impianti di produzione con innalzamento dei trasporti e dei problemi connessi. E ancora la produzione annua delle colture non è costante.

piantagione di canapa

La coltura della cannabis

La canapa non ha alcuni di questi problemi.

  • Cresce facilmente su molti tipi di terreno
  • Non ha bisogno di fertilizzanti
  • Ha bisogno di meno acqua di altre piante come canna da zucchero, barbabietole e mais
  • Non impoverisce i terreni sui cui cresce

Ecocompatibilità della cannabis

Coltivare cannabis rispetto a molte altre colture ha tanti vantaggi. Per coltivarla non occorre sgomberare il terreno. In questo caso il grande accusato è l’olio di palma. Per far crescere le palme desinate alla produzione dell’olio si stano mettendo a rischio milioni di ettari di foresta pluviale. Inoltre, essendo una coltura che restituisce molto al suolo, non impoverisce il terreno su cui cresce. Molti esperti dicono i terreni coltivato a canapa migliorano dopo il suo raccolto.

Oltre a questo, i biocarburanti derivati dalla canapa sono molto più puliti dei biocarburanti derivati da altre piante.

Versatilità della cannabis

Ho già detto che i biocarburanti derivati dalla canapa sono utilizzabili praticamente qualunque motore diesel. Molti sono già “pronti all’uso” alcuni necessitano solo di piccole modifiche. Altro aspetto positivo è che della pianta non si butta niente essendo la canapa utilizzata anche per la produzione di

  • carta
  • tessuti
  • prodotti alimentari
  • biomateriali per l’edilizia
  • prodotti terapeutici
  • cosmetici

Oltre al ben noto uso ricreativo della marijuana prodotta con le infiorescenze dei fiori della cannabis.

Efficacia della canapa

La cannabis è una pianta poco soggetta a parassiti e malattie. Per questo motivo è abbastanza facile da coltivare. La cannabis può essere coltivata con ogni temperatura. Cresce molto rapidamente, può raggiungere altezze considerevoli, fino a quattro metri in tre mesi.

Da ogni pianta si ricava una grande quantità di olio, doppia rispetto ad altre colture. Anche il rendimento dell’olio di canapa è tra i migliori nel panorama delle fitomasse. La cannabis è quindi una coltura più efficaci ad alta efficacia permettendo di produrre un ottimo biocarburante, con un impiego di risorse molto minore.

Il proibizionismo

Viste le tante qualità della canapa, ora probabilmente ti starai chiedendo: “Perché la canapa non ha il successo che merita?”. La risposta sta nella criminalizzazione di questa pianta voluta, negli anni ’30 dello scorso secolo, da alcune industrie che vedevano nella canapa una pericolosa concorrente.

Paladina della battaglia contro la cannabis fu una casa editoriale e produttrice di carta la Hearst. Questa utilizzò i suoi giornali per portare avanti una feroce campagna anti cannabis, puntando il dito contro la marijuana. La storia poi rivelò che questa azienda aveva fatto grandi investimenti scommettendo sulla produzione della carta da albero.

La campagna di disinformazione contro la cannabis durò anni. Alla canapa vennero subdolamente associati quelli che l’americano medio considerava i problemi sociali di quell’epoca

  • omicidi
  • comunismo
  • pacifismo
  • infedeltà coniugale
  • rapporti sessuali tra “donne bianche e razze inferiori”

La massiccia campagna di disinformazione ebbe i suoi effetti. Il 14 giugno 1937 il Presidente degli Stati Uniti d’America Franklin Delano Roosevelt firmo il Marihuana Tax Act. La legge che diede il via al proibizionismo e che vietò il commercio, la coltivazione e l’uso della canapa. L’esempio degli Stati uniti fu seguito da molti stati nel mondo compresa l’Italia.